Sir John Lavery, nato a Belfast nel 1856, è stato uno dei più importanti pittori irlandesi di fine Ottocento e inizio Novecento. Rimasto orfano in giovane età, si trasferì in Scozia dove iniziò a lavorare in uno studio fotografico e coltivare la pittura nel tempo libero. La sua carriera artistica decollò rapidamente e lo portò a viaggiare in tutta Europa, in Nord Africa e in America, affinando uno stile personale e versatile.
Gli inizi e la formazione in Francia
Negli anni ’80 dell’Ottocento, Lavery visitò Parigi e la colonia di artisti a Grez-sur-Loing, vicino a Fontainebleau, dove realizzò alcune delle sue opere più significative. Qui sviluppò il suo stile plein-air, dipingendo all’aperto direttamente dalla natura. Opere come Sotto il ciliegio (1885) mostrano la sua attenzione ai dettagli naturalistici e alla luce, influenzata dal realismo francese e dall’opera di Bastien-Lepage. Negli anni successivi tornò in Francia, perfezionando il suo approccio ai paesaggi, come dimostra Il ponte a Grès (1901), in cui la luce e i riflessi sull’acqua diventano i veri protagonisti dell’opera, con un tratto rapido e impressionistico che richiama Monet.

L’influenza di Whistler e la pittura di famiglia
Lavery fu profondamente influenzato dal pittore James Abbott McNeill Whistler, soprattutto per la delicatezza delle armonie cromatiche e la raffinatezza tonale. Questa influenza è evidente in ritratti intimi come Eileen, la sua prima comunione (1901) e La Madre (1909), in cui l’artista cattura momenti familiari con sensibilità e attenzione alle sfumature.
Viaggi e ispirazioni esotiche
A partire dal 1890, Lavery viaggiò frequentemente in Marocco, attratto dalla luce intensa e dai colori brillanti di Tangeri. Opere come Tangier Bay Sunshine (1920) mostrano la sua capacità di rappresentare il mare e il paesaggio mediterraneo con un uso raffinato del colore e della luce. Questi viaggi arricchirono la sua tavolozza e la sua sensibilità per le atmosfere luminose e vibranti.
Ritratti di società e personalità
Oltre ai paesaggi, Lavery divenne celebre per i suoi ritratti di alta società e figure pubbliche. Tra le sue opere più potenti si ricordano i ritratti di politici, religiosi e personaggi influenti, realizzati con uno stile diretto, colori intensi e una tecnica matura che unisce forza e profondità psicologica.
Un ruolo centrale nella sua vita artistica fu svolto anche da Hazel Martyn, la sua seconda moglie, musa e modella, ritratta in diverse opere che esprimono eleganza, femminilità e intimità, come The Green Coat. Lavery seppe catturare la bellezza della figura femminile con sensibilità e un tocco personale che va oltre la semplice rappresentazione formale.
La maturità artistica e gli ultimi anni
Negli ultimi anni di carriera, Lavery continuò a sperimentare e a esplorare nuovi soggetti. Opere come The Red Hammock celebrano la giovinezza e la sensualità, mentre il ritratto di sé del 1928 mostra un artista consapevole della propria maestria ma aperto all’innovazione.
Sir John Lavery morì nel 1941 a County Kilkenny, lasciando un’eredità artistica straordinaria. La sua produzione spazia dai ritratti intimi e di società ai paesaggi esotici, dalle scene familiari agli studi di luce e colore, testimoniando la sua straordinaria versatilità e sensibilità.
