Esplorare la cultura e le tradizioni popolari del Friuli, terra con una forte identità dentro e
fuori dai suoi confini: è questa la possibilità offerta al visitatore del Museo Etnografico del Friuli, che nella sua prestigiosa sede di Palazzo Giacomelli a Udine approfondisce in particolare gli aspetti legati alle testimonianze della cultura tradizionale quali la religiosità popolare, la vita quotidiana domestica e del lavoro, il vivere in comunità, ma anche la storia della tradizione tessile e dell’abbigliamento.
Il racconto parte dal fogolâr (focolare) e dalla simbologia del fuoco. Il fogolâr, spazio della casa e cuore pulsante della vita quotidiana dove si cucinava, ci si scaldava e si raccontavano storie, aveva una funzione talmente importante che è diventato il simbolo della dimensione comunitaria friulana, anche per le comunità emigrate all’estero: le associazioni, diffuse in tutto il mondo, di emigrati originari del Friuli Storico e dei loro discendenti prendono proprio il nome di fogolârs furlans. Ma il fuoco è presente anche in altre tradizioni popolari, come i falò propiziatori (pignarul) e il lancio di rotelle di legno infuocate per augurare fortuna alle coppie del paese (Tir des Cidulis). Le diverse arti legate al fuoco sono oggetto di esposizioni a
rotazione sulla tradizioni della ceramica, dei vetri e del metallo.
Il Museo Etnografico del Friuli affronta anche il tema del sacro, della medicina nella cultura popolare, della musica come momento rituale che scandisce i ritmi feriali e festivi, del gioco, della tradizione del mobile, di una portante risorsa prodotta dai boscaioli, l’approvigionamento del legno. L’ultima parte del percorso è completamente dedicata all’abito, sia dal punto di vista delle tecniche artigianali per produrre i tessuti, sia nei suoi significati per la rappresentazione di sé nei diversi contesti. Il centro d’indagine privilegiato è il lavoro della donna, impegnata nella paziente creazione del corredo e nel suo trasferimento (vero e proprio rito di passaggio), oltre che punto focale della trasmissione della tradizione, scandita dal cambio meditato
dell’abbigliamento.
Il patrimonio del Museo Etnografico del Friuli, così come lo si vede oggi, è il frutto di uno stratificarsi di lasciti e donazioni molto diversificati per campi di interesse e provenienze. I primi fondi provengono dalla fine dell’ottocento, integrati da elargizioni occasionali o specifiche. Infatti, accanto ai molti beni è stato significativo il frutto delle esperienze “sul campo” di ricercatori delle tradizioni popolari friulane. Le figure preminenti sono da una parte quelle di Gaetano Perusini ( 1910 – 1977 ) e Lea D’Orlandi (1894 – 1960); dall’altra dei coniugi Luigi (1911 – 1981) e Andreina Nicoloso Ciceri (1920 – 2000). Dei Ciceri, in Museo è allestita anche la preziosa collezioni di sculture lignee dal XV al XVIII secolo. Articolato su tre piani espositivi, il Museo Etnografico del Friuli possiede anche spazi adibiti a mostre temporanee: percorsi stabili e temporanei costituiscono un unico sistema, incentrato sul recupero e la dinamica valorizzazione della memoria identitaria del popolo e della terra friulana.
Museo Etnografico del Friuli
Nuovo Museo delle Arti e delle Tradizioni Popolari
Palazzo Giacomelli, Borgo Grazzano, 1
33100 Udine
T. +39 0432 271920
