Dal 1° novembre 2025 al 6 aprile 2026, il Castello di Novara ospita la grande mostra L’Italia dei primi Italiani. Ritratto di una nazione appena nata, a cura di Elisabetta Chiodini, organizzata da METS Percorsi d’Arte con Comune di Novara e Fondazione Castello di Novara. Un percorso attraverso oltre settanta capolavori che raccontano l’identità visiva dell’Italia nei decenni cruciali tra l’Unità e i primi anni del Novecento.
Un ritratto della nazione in costruzione
L’Italia dei primi Italiani è più di una mostra: è un viaggio nella formazione di una coscienza collettiva. Tra i primi anni Sessanta dell’Ottocento e il terzo decennio del Novecento, il Paese attraversa profonde trasformazioni politiche, economiche e sociali. Gli artisti ne diventano testimoni, traducendo in immagini la fisionomia di un popolo che, appena unificato, cerca un proprio linguaggio comune.
Il percorso, articolato in sette sezioni tematiche, costruisce un racconto visivo coerente e avvincente. Dai paesaggi rurali alla vita urbana, dal mondo borghese ai margini sociali, la mostra restituisce la complessità di un’Italia giovane, contraddittoria e vitale. Le opere provengono da prestigiose collezioni pubbliche e private, a testimonianza di una collaborazione diffusa tra istituzioni e realtà culturali.
Le terre, i mari, le città
La prima sezione, Un territorio variegato, apre con un omaggio all’Italia rurale. Tra pianure, valli e monti, scorrono le immagini di una civiltà contadina che ancora scandisce la vita del Paese: le tele di Telemaco Signorini, Giuseppe De Nittis, Francesco Paolo Michetti o Angelo Morbelli restituiscono la dignità del lavoro e la poesia dei gesti quotidiani. Segue Lo sviluppo costiero della penisola, dove la pittura di Giovanni Fattori, Vincenzo Cabianca o Francesco Lojacono racconta la varietà dei nostri litorali: coste rocciose e frastagliate, porti laboriosi, distese di sabbia e di luce. È l’Italia dei pescatori e dei naviganti, dei mestieri che uniscono mare e terra.
Con Il volto delle città, il percorso entra nel cuore pulsante delle metropoli ottocentesche. Torino, Firenze e Roma – le tre capitali dell’Italia unita – si alternano a Napoli, Venezia e soprattutto Milano, definita da Verga nel 1881 “la città più Città d’Italia”. Nei dipinti di Filippo Carcano, Pio Joris e Adolfo Tommasi, la città diventa simbolo di progresso, luogo di contrasti tra antiche tradizioni e modernità emergente.
I nuovi protagonisti della vita moderna
La borghesia, con i suoi rituali sociali, è protagonista della quarta sezione, I riti della borghesia. Le tele di Ettore Tito, Giulio Aristide Sartorio, Pompeo Mariani e Luigi Gioli trasportano il visitatore tra giardini, teatri, salotti e villeggiature: spazi del tempo libero in cui si riflette il nuovo stile di vita della classe emergente, segno di un benessere diffuso e di una diversa concezione del tempo.

In netto contrasto, L’amore venale – allestita nella piccola cella del castello – affronta il tema della prostituzione, con particolare attenzione all’opera di Angelo Morbelli, che seppe rappresentare la fragilità e l’emarginazione con sguardo realistico ma partecipe. L’arte al femminile trova spazio nella quinta sezione, L’arte declinata al femminile: un racconto di donne che osservano, collezionano, praticano l’arte, spesso sfidando i limiti imposti dal loro tempo. I dipinti di Silvestro Lega, Odoardo Borrani e Michele Cammarano restituiscono la delicatezza e la forza di queste protagoniste silenziose.
Tempi moderni
L’ultima sezione, Tempi moderni. La vita nelle metropoli, offre un ritratto vivido dell’Italia industriale. Le opere di Emilio Longoni, Giovanni Sottocornola, Attilio Pusterla e Demetrio Cosola documentano una società segnata da forti disuguaglianze, in cui lusso e miseria convivono fianco a fianco. Tra le fabbriche e i nuovi quartieri borghesi si consuma la nascita dell’Italia moderna: un Paese proiettato verso il futuro ma ancora legato a un passato di fatiche e speranze.
Un progetto per le Olimpiadi 2026
Come sottolinea Paolo Tacchini, presidente di METS Percorsi d’Arte, la mostra nasce in vista delle Olimpiadi Milano Cortina 2026, con l’obiettivo di proporre un viaggio ideale nella nostra nazione appena nata, raccontata attraverso le opere degli artisti dell’epoca.
L’esposizione prosegue il fortunato ciclo di mostre curato da Elisabetta Chiodini e METS Percorsi d’Arte, che negli ultimi anni ha portato al Castello di Novara appuntamenti di grande successo come Boldini, De Nittis et Les Italiens de Paris e Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale.
L’Italia come racconto collettivo
In un tempo di nuove riflessioni sull’identità nazionale, L’Italia dei primi Italiani invita a riscoprire le radici comuni attraverso lo sguardo degli artisti che seppero cogliere la complessità del proprio presente. Nelle loro opere si riflette la storia di un popolo che, tra speranze e contraddizioni, stava imparando a riconoscersi come “italiano”. La mostra diventa così un grande affresco corale: un racconto visivo di chi eravamo, per comprendere meglio chi siamo oggi.
L’Italia dei primi Italiani. Ritratto di una nazione appena nata
Castello di Novara, 1 novembre 2025 – 6 aprile 2026 | A cura di Elisabetta Chiodini
Organizzazione: METS Percorsi d’Arte, Comune di Novara, Fondazione Castello di Novara
Patrocini: Regione Piemonte, Commissione Europea, Provincia di Novara
Parte del programma culturale delle Olimpiadi Milano Cortina 2026
