Francisco Pradilla Ortiz nacque a Villanueva de Gállego, a Zaragoza, nel 1848, e si spense a Madrid nel 1921. Nonostante una formazione iniziale limitata, la sua passione e talento lo portarono a diventare uno dei pittori spagnoli più riconosciuti del XIX secolo. La sua carriera iniziò come apprendista nel laboratorio dello scenografo Mariano Pescador, che lo incoraggiò a frequentare le lezioni della Scuola di Belle Arti di San Luis. Grazie alla raccomandazione del suo professore Bernardino Montañés, Pradilla si trasferì a Madrid, dove lavorò come assistente per gli scenografi Augusto Ferri e Jorge Busato, frequentando al contempo la Scuola Superiore di Pittura, Scultura e Incisione.
Spinto da José Casado del Alisal, primo direttore dell’Accademia Spagnola a Roma, Pradilla ottenne una pensione che gli permise di perfezionarsi nella Città Eterna. Qui visse un periodo che considerò tra i più felici della sua vita, alternando il lavoro a Roma con estati trascorse nelle lagune pontine di Terracina. Durante il terzo anno della pensione, ottenne un successo straordinario con l’opera Juana la Loca, che gli valse la medaglia d’onore all’Esposizione Nazionale del 1878 e nello stesso anno anche alla Sezione Spagnola dell’Esposizione Universale di Parigi. Questo trionfo gli aprì le porte di importanti commissioni, tra cui il celebre incarico del Senato per la realizzazione del quadro La rendición de Granada, che lo consacrò a fama internazionale.
Successivamente, Francisco Pradilla Ortiz assunse la direzione dell’Accademia Spagnola a Roma, seguendo le orme di Casado del Alisal, e aprì uno studio frequentato dai più importanti collezionisti e mercanti d’arte europei. Tuttavia, la gestione burocratica e didattica del ruolo lo allontanò dalla sua vera vocazione: la pittura. Dopo soli otto mesi, decise di rinunciare al posto, continuando a lavorare come artista indipendente.
Nel 1896, Francisco Pradilla Ortiz accettò la nomina a direttore del Museo del Prado, un incarico ambizioso che però si rivelò pieno di difficoltà. La gestione del museo era complessa, con un personale scelto più per raccomandazioni che per meriti e numerose criticità nella conservazione delle opere. A queste si aggiunsero scandali, come la scomparsa di un piccolo bozzetto di Murillo, e critiche per l’incapacità del museo di acquisire opere rilevanti. Frustrato da queste limitazioni, Pradilla si dimise nel 1898, lasciando il posto a Luis Álvarez Catalá.

Negli ultimi anni della sua vita, il pittore si ritirò dalla vita sociale e politica, dedicandosi esclusivamente alla pittura nel suo sontuoso studio madrileno, frequentato da amici illustri e dallo stesso re. Alla sua morte, la sua esposizione postuma nel proprio domicilio riscosse un grande successo, dimostrando l’ammirazione duratura per il suo talento. Tra le sue opere più note conservate al Museo del Prado si ricordano Juana la Loca, Cortejo del bautizo del príncipe don Juan e La reina doña Juana la Loca, recluida en Tordesillas con su hija, la infanta Catalina, oltre al suo Autorretrato, testimonianza del suo straordinario percorso artistico.
Francisco Pradilla Ortiz rimane oggi una figura imprescindibile della pittura storica spagnola, capace di coniugare rigore tecnico, sensibilità emotiva e un talento che gli permise di farsi conoscere e apprezzare in tutta Europa.
