L’artista americana Michele Poirier-Mozzone è conosciuta per i suoi dipinti che catturano corpi immersi nell’acqua, in un dialogo vibrante tra luce, colore e movimento. Nella sua serie Fractured Light, la pittura diventa un mezzo per esplorare la percezione, la trasformazione e il legame profondo tra figura e ambiente liquido. In questa intervista, l’artista racconta il suo processo creativo, le sfide tecniche e il significato emotivo che anima la sua opera.

Perché scegli di rappresentare le figure in questo modo e che cosa rappresentano per te, personalmente? Come vedi la relazione tra la distorsione, l’acqua, la luce e le emozioni o le idee che vuoi trasmettere?
In questi lavori unisco il mio interesse per l’immagine figurativa e per l’astrazione colorata, creando dipinti che catturano la sensazione unica e le associazioni particolari del corpo sospeso nell’acqua e nel tempo. Questa serie, che chiamo Fractured Light, mi permette di dipingere ciò che amo — la figura — mentre esploro le zone di distorsione fluida che si formano naturalmente nell’acqua turbolenta e inondata di sole.
L’acqua, come veicolo di vita, purificazione, cambiamento, rinnovamento e morte, dona significato all’opera. Le bolle diventano segnaposto per idee e intenzioni che risalgono verso la superficie. L’osservatore è invitato a entrare e interpretare ogni istante catturato. Trovo che quest’atmosfera sia straordinariamente unica.
La luce nei tuoi lavori sembra agire non solo come elemento visivo, ma quasi come un personaggio — imprevedibile, frammentato e vivo. Come affronti la luce da un punto di vista concettuale quando componi un nuovo pezzo?
È una domanda bellissima. Come artista visiva, creare l’illusione della luce è una ricerca costante e vitale. L’acqua è modificata dalla luce, e viceversa. Quando la luce si frange attraverso l’acqua in movimento, diventa fugace e imprevedibile. Sott’acqua, i motivi di luce solare cambiano continuamente mentre danzano sul corpo e i colori si trasformano. I toni della pelle assumono sfumature di verde e blu.
Quando compongo un dipinto, la luce è una delle considerazioni più importanti, perché influenza tutto — l’atmosfera, la tavolozza dei colori e la struttura stessa dell’opera.

Molti dei tuoi dipinti bilanciano realismo e astrazione — corpi riconoscibili che si dissolvono in motivi di colore e riflesso. Come decidi quando fermarti nel definire i dettagli e lasciare che l’immagine si dissolva in qualcosa di più astratto?
È sempre il mio dilemma! Da quando questa serie si è evoluta, negli ultimi tredici anni, ho cercato di introdurre nuove sfide per me stessa, sia nella rappresentazione della figura che dell’ambiente circostante. Amo il contrasto tra aree rifinite e rese con cura e elementi piatti, più astratti.
Capire quando “smettere di perfezionare i dettagli e lasciare che l’immagine si dissolva in qualcosa di astratto” è una decisione che cambia da un quadro all’altro — e, che il risultato sia riuscito o meno, è sempre qualcosa su cui rifletto in ogni opera.

Da un punto di vista tecnico, dipingere scene subacquee richiede di padroneggiare fenomeni visivi complessi. Puoi descrivere il tuo processo — dalla fotografia al disegno fino al dipinto finale — e come traduci quella complessità visiva sulla tela?
Il mio periodo utile per catturare foto in piscina piene di sole, qui in Massachusetts, è piuttosto limitato. Avere modelle disponibili quando il tempo lo consente non è sempre facile. Ma quando ho modelli, luce solare e una calda giornata estiva, di solito scatto video con la mia GoPro. Da quei video seleziono fotogrammi che hanno potenziale.
Per quanto io sia impaziente di iniziare a dipingere, dedico molto tempo alla fase di progettazione. Serve molto materiale video per ottenere solo pochi buoni riferimenti pittorici, che poi modifico sull’app Procreate per migliorare e affinare la composizione.

Quench, 36×48, oil on canvas, 2024 | Courtesy the artist
Scelgo una tavolozza limitata di cinque o sei colori, più bianco e nero, per catturare l’effetto desiderato. Di solito preparo la tela con una base acrilica di arancio o rosso caldo. Una volta asciutta, disegno il mio schema e comincio a dipingere a olio.
Tutta questa pianificazione è fondamentale nel mio processo. Se ho fatto bene i “compiti” e ho costruito un piano solido per una nuova opera, quando inizio a dipingere posso lavorare in modo intuitivo. Posso rischiare, lavorare con fiducia e lasciare spazio alle variazioni e agli “incidenti felici” che emergono durante il processo. Quando il dipinto si avvicina al completamento, l’immagine di riferimento iniziale perde importanza. Il risultato finale è spesso, in parte, una sorpresa.
La tua arte invita chi guarda a riflettere sulla percezione, sulla distorsione e sulla natura stessa del vedere. Cosa speri che le persone provino o si chiedano quando si trovano davanti ai tuoi dipinti?
Come molti, sono attratta dall’acqua — dal suo movimento costante, dalla sua energia, dalla sua bellezza e dal modo in cui trasforma colore, luce e forma. È una parte vitale e imprescindibile della nostra vita.
Ho iniziato questa serie perché il soggetto mi risuonava profondamente, ma sono stata piacevolmente sorpresa nel vedere che anche altri si sentono legati alle mie opere. I miei titoli tendono a essere semplici, così che l’osservatore possa abitare lo spazio. Le loro interpretazioni dei miei dipinti sono spesso uniche e nate dalle proprie esperienze di vita — e questo mi entusiasma.
