Sotto le fondamenta della Cattedrale di San Lorenzo si cela un mondo silenzioso e stratificato, un’acropoli sotterranea dove il tempo si addensa e la storia si fa roccia, ombra e memoria. È la Perugia sotterranea, cuore nascosto della città, che restituisce al visitatore un’esperienza immersiva tra le vestigia di civiltà etrusche, romane e medievali. Questo percorso archeologico, oggi parte integrante dell’Isola di San Lorenzo, rappresenta molto più di una semplice attrazione museale: è una soglia tra passato e presente, un luogo dove le pietre raccontano le trasformazioni di una città che ha continuato a costruirsi su se stessa.
Passeggiare tra gli spazi ipogei significa percorrere una città che esiste sotto la città, in un dialogo continuo tra ciò che è stato e ciò che ancora vive in superficie. La sacralità dei luoghi è immediatamente percepibile. Già nel VII secolo a.C., infatti, l’area ospitava un importante tempio dedicato alla dea Uni, la Giunone etrusca, testimoniato dagli strati di fondazione più antichi. Sopra di essi, nel II secolo a.C., fu costruito un secondo edificio sacro, arricchito da eleganti decorazioni in terracotta policroma. Questo sovrapporsi di architetture e culti rivela l’anima religiosa della collina, che per secoli ha rappresentato il centro spirituale e civile della città.
Con l’età romana, il volto dell’acropoli cambiò, ma senza perdere la propria centralità. Le strade si organizzarono secondo la consueta griglia ortogonale, e ancora oggi è possibile camminare lungo un tratto dell’antico decumano, oggi ipogeo. I basoli romani, consumati dal passaggio delle ruote dei carri, parlano di un traffico urbano vivo e incessante, che si riflette sorprendentemente nei tracciati viari contemporanei. La città antica non è scomparsa: si è semplicemente adattata, nascosta sotto l’attuale tessuto urbano.
Nel medioevo, la Perugia sotterranea assunse un nuovo ruolo. Le strutture preesistenti furono riutilizzate come base per nuovi edifici religiosi e residenziali. Attorno alla Cattedrale sorsero le case dei canonici, molte delle quali ancora oggi abitate, e i palazzi che ospitarono i pontefici in fuga da Roma. L’antico muro di terrazzamento etrusco venne inglobato e trasformato: da muro sacro divenne deposito, cambuse e cantine per la conservazione di cibi e bevande. È da questa trasformazione d’uso che nasce il nome attuale di una delle vie che costeggiano il complesso: via delle Cantine, una testimonianza toponomastica che unisce in sé memoria liturgica e quotidianità medievale.
La Perugia sotterranea, dunque, non è solo un sito archeologico. È un palinsesto urbano, una mappa tridimensionale che stratifica millenni di storia, spiritualità e ingegno umano. Visitare questi luoghi significa compiere un atto di ascolto profondo, dove ogni muro e ogni frammento custodisce il respiro di una civiltà. È un viaggio verticale nella memoria della città, in cui le fondamenta parlano quanto le facciate, e il sottosuolo si fa specchio dell’anima storica di Perugia.
