L’Acropoli di Populonia, collocata sul promontorio che domina il Golfo di Baratti, rappresenta uno dei complessi archeologici più significativi della Toscana, testimoniando la continuità insediativa dall’età villanoviana fino all’epoca romana. Le strutture emerse dagli scavi permettono di analizzare l’evoluzione urbanistica, architettonica e rituale della città, con una ricchezza di reperti straordinaria.
Templi e spazi pubblici
Al centro dell’Acropoli di Populonia si trova la grande piazza urbana circondata dai resti dei principali templi romani. Gli scavi hanno messo in luce il basamento di almeno un tempio monumentale, con resti di pavimenti musivi policromi e fondazioni in pietra calcarea, che testimoniano l’articolazione dello spazio sacro e la gerarchia urbana. Accanto ai templi, le strutture della Via Sacra lastricata indicano un sistema viario organizzato, funzionale alla connessione dei luoghi di culto con le aree residenziali e amministrative.
Domus e edifici residenziali
Gli scavi hanno riportato alla luce una domus di grandi dimensioni, caratterizzata da ambienti decorati con mosaici e affreschi, e l’Edificio delle Logge, complesso terrazzato che ospitava sale di rappresentanza e spazi aperti, suggerendo una struttura abitativa di élite. Particolarmente rilevante è il ninfeo e la terma, che documentano l’adozione di modelli architettonici romani legati alla sfera privata e pubblica del benessere. I mosaici, sia della domus che delle terme, mostrano motivi geometrici e figurativi, tra cui scene marine, elementi che testimoniano il valore simbolico del mare per la città.
Dalle origini etrusche alla fase villanoviana
Sulla sommità del promontorio emergono i resti del primo insediamento etrusco, dove le strutture delle capanne in materiali deperibili sono state ricostruite nella cosiddetta Casa del Re, secondo le tecniche dell’archeologia sperimentale. Questa testimonianza permette di osservare le soluzioni costruttive delle prime fasi dell’età del ferro in Etruria, e di comprendere la transizione dall’insediamento villanoviano alla città etrusca organizzata, con mura difensive visibili lungo il perimetro del promontorio.
Necropoli e corredi funerari
Sebbene l’Acropoli di Populonia sia il centro politico e religioso, la conoscenza della città non può prescindere dall’analisi dei reperti funerari provenienti dalle necropoli circostanti. Tumuli, tombe a camera e sarcofagi contengono corredi in bronzo, ceramica e ferro, che documentano pratiche rituali, gerarchie sociali e contatti commerciali con altre città etrusche e mediterranee. I corredi rinvenuti contribuiscono a ricostruire il tessuto economico e culturale della città, integrando le informazioni derivanti dagli edifici dell’acropoli.
Restauri e valorizzazione scientifica
I recenti interventi di restauro, finanziati da Ales SpA e dal Fondo Europeo POR FESR Toscana 2014-2020, hanno consentito di rendere leggibili le strutture architettoniche e di preservare i pavimenti musivi, le fondazioni dei templi e le ricostruzioni delle capanne villanoviane. La combinazione di archeologia sperimentale, scavo stratigrafico e conservazione preventiva permette oggi uno studio integrato della città, offrendo una panoramica esaustiva della vita urbana, religiosa e residenziale di Populonia. L’Acropoli di Populonia non è solo uno straordinario panorama storico, ma un laboratorio archeologico a cielo aperto, dove ogni struttura e reperto racconta la trasformazione della città dall’età villanoviana fino all’epoca romana. Lo studio dei templi, delle domus, delle terme e delle capanne etrusche, insieme ai corredi funerari delle necropoli, consente di ricostruire un quadro complesso di una delle città più importanti dell’Etruria meridionale, offrendo agli studiosi strumenti concreti per indagare l’arte, la tecnica e la vita sociale delle antiche comunità che qui vissero.
